Sentiero della Speranza

ASSOCIAZIONE SENTIERI DEGLI SPALLONI

Sentiero della Speranza

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Il Sentiero della Speranza, ci porta da Comologno – Spruga in Svizzera, attraverso i Bagni di Craveggia, l’Alpe Cortaccio, l’Alpe Motta di Toceno, la Bocchetta di Muino,  La Piana,  fino ad Arvogno in Valle Vigezzo: il percorso con un dislivello di 1100 mt in salita e 980 mt in discesa e una difficoltà di livello escursionistico (E) ci fa conoscere il sito dei Bagni, un luogo di ri-unione, pulsante di energie positive, legate ai benefici effetti delle acque termali  e luogo che incarna le fatiche degli spalloni che hanno trasportato ogni sorta di mercanzie con la speranza di poter migliorare le condizioni esistenziali delle proprie famiglie.  Il luogo anche,  dove si è concretizzata la speranza di rifugio e salvezza dalla persecuzione nazifascista per ebrei e partigiani grazie all’accoglienza da parte della Svizzera e degli Onsernonesi, riconoscenti per essere stati sfamati grazie al riso trasportato.

 

Itinerario:

Comologno – Spruga (CH) – Bagni di Craveggia (I) – Alpe Cortaccio – Alpe Motta di Toceno – Bocchetta di Muino – La Piana – Arvogno
Difficoltà: E

Dislivello: mt. 1100 in salita – mt. 980 discesa
(ore 6:30 di cammino effettivo + soste)

 

Qui la mappa del percorso
1 giorno

STORIA

Il sito dei Bagni di Craveggia porta in sé particolarità politiche, culturali, economiche, sociali e naturalistiche certamente straordinarie, del tutto uniche. Luogo di incontro, di unione ma anche di scontro, di collaborazione e di controversie, di pace e di guerra, di disastri e di ricostruzioni: da sempre. A cavallo tra due Stati, tra due comunità, quella vigezzina e quella onsernonese, conosciuto sin dal medioevo per la sua calda sorgente di acqua “miracolosa”, il sito dei Bagni ha visto succedersi nel tempo vicende anche tragiche e dolorose, come le controversie secolari tra le comunità di qua e di là dello spartiacque, risolte solo con la Convenzione tra Regno d’Italia e Svizzera del 1806 che ha definitivamente tracciato l’attuale linea di confine: controversie dettate dalla fame, per il controllo di alpi, pascoli e boschi. Vicende tragiche anche più recenti, come i fatti d’arme del 18 ottobre 1944 che hanno visto il sacrificio di alcuni giovani partigiani italiani in difesa della libertà del loro Paese. Vicende drammatiche determinate dalla forza della natura come l’enorme valanga del 1951 che ha distrutto l’edificio dei Bagni (adattato ad albergo nel 1881), e poi quella del 1986, oppure la tremenda alluvione del 1978, e ancora la grande buzza del 2020. Il sito dei Bagni (che a causa del declino delle attività agropastorali è ora la porta d’entrata di una valle semi-selvaggia di grande importanza naturalistica) è sempre stato, paradossalmente, visto che è tagliato dal confine di Stato, anche un luogo di ri-unione dopo la divisione, di solidarietà e di speranza, al quale si coniuga quindi perfettamente l’escursione lungo il sentiero della speranza (appellativo coniato dal compianto Benito Mazzi) organizzata dall’associazione Sentieri degli spalloni per il 1° luglio 2022. Luogo pulsante di energie positive, legate ai benefici effetti delle acque termali portatrici di speranza di guarigione dalle più diverse malattie; luogo che incarna pure le fatiche degli spalloni – uomini e donne da soma come li ha definiti Bruno Soldini nel suo libro “Contrabbando di fatica” (1985) - che grazie all’esistenza del confine, hanno trasportato in ogni stagione tonnellate di riso, caffè, sigarette e ogni sorta di mercanzie con la speranza di poter migliorare le condizioni esistenziali delle proprie famiglie in tempi molto difficili: epopea ripercorsa magistralmente dal compianto amico Erminio Ferrari nel suo libro “Contrabbandieri” del 1996. I Bagni di Craveggia sono anche il luogo dove si è concretizzata la speranza di rifugio e salvezza dalla persecuzione nazifascista per ebrei e partigiani grazie all’accoglienza da parte della Svizzera e degli Onsernonesi, riconoscenti per essere stati sfamati grazie al riso trasportato, in ogni stagione, attraverso bocchette e boschi di montagna. Luogo della memoria quindi, per ricordare la vittoria della democrazia contro la dittatura, grazie anche ai bei libri del partigiano Bardi, l’avvocato Adriano Bianchi di Tortona, ferito gravemente dalle milizie repubblichine proprio ai Bagni a pochi metri dal confine svizzero.

Luogo non solo di separazione e di scontro quindi, ma anche d’incontro, ieri ma anche oggi, tra genti di nazionalità diversa separate da un confine politico ma unite della stessa lingua, dalla stessa cultura alpina e spesso pure da fecondi rapporti famigliari. Un luogo di confine che ha separato ma paradossalmente anche unito – lo ha ben illustrato Lora Gubetta nel libretto “La valle dei Bagni” del 1996 - che separa ma che unisce anche oggi come è avvenuto recentemente, dopo alcuni anni di controversie a causa di un progetto di sfruttamento delle acqua dell’Isorno, grazie a un rinnovato spirito di collaborazione tra Craveggia, Vigezzo e Onsernone concretizzatosi nel progetto Interreg che ha portato alla restauro dei ruderi dell’albergo dei Bagni: progetto al quale è stato dato, solidalmente, un nome significativo: “Frontiera di acqua e di pace”, proprio nel segno della speranza di un futuro migliore per tutti, nel rispetto dei valori della democrazia, della solidarietà, del rispetto reciproco e dell’ambiente naturale che ci dà la vita.
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