I Sentieri degli Spalloni: una domanda etica sul senso della parola “frontiera”.
Storie di uomini e di donne in cammino per la sopravvivenza, su antichi e aspri sentieri di confine, fra terre di montagna straniere ma unite dal bisogno e dalla necessità di sfuggire alla povertà, fra guerre, restrizioni e scarsità di cibo essenziale. Percorsi di scambio, di fuga, di fatica, di speranza, portati in spalla in una bricolla, insieme al desiderio di poter presto tornare a casa.
Là dove tutte le gambe affrontano le stesse fatiche, dove non c’è sguardo che resti indifferente di fronte all’immensità sontuosa delle Alpi, dove tutti gli animali percorrono liberi ogni estate gli stessi luoghi e da essi due popoli traggono prodotti affini e dai sapori per entrambi riconoscibili, ha realmente senso parlare di “frontiera”?
La Montagna, su cui solo la Politica ha segnato confini immaginari, ignoti ed invisibili alle genti ed alle bestie che questi luoghi vivono da secoli, è un patrimonio comune, unico ed unificante, da salvaguardare e valorizzare per la ricchezza che, pur nella rudezza, ci offre.
Terra di pascoli immensi e per questo contesa nei secoli dagli alpigiani dei territori circostanti, via di contrabbando tra Paesi per garantire la sopravvivenza di intere famiglie e villaggi, rifugio di Partigiani in continuo movimento nella durissima strategia di ribellione e difesa contro il nazifascismo, spazio di incontro e scambio tra escursionisti e studiosi di differenti nazionalità: tutto questo è stata ed è la Cravariola.
Ponendola al centro del progetto “I Sentieri degli Spalloni” si vogliono riproporre negli anni a venire i tracciati percorsi da alpigiani, contrabbandieri, partigiani a tutti coloro che, amando la montagna, vorranno apprezzarne e conservarne lebellezze e le proprietà inestimabili in nome di una comunanza di destini ed intenti al di là delle frontiere politiche.
Contrabbandiere – Spallone – Sfrusjn…quanti sinonimi per definire un’attività!
Contrabbandiere:colui che è contro la legge, contro lo Stato, contro il Bando appunto, per portare merce varia oltre i confini in altre nazioni o viceversa.
Spallone perché le merci (tabacco, sale, riso, copertoni, dadi, anticoncezionali – si, una volta anche quelli -) venivano portate a spalla nei sacchi o nelle bricolle.
E Sfrujin perché? Perché andavi sempre di nascosto per non farti sorprendere dalla Finanza, dalle guardie in genere, quindi di frodo, di straforo: in dialetto appunto “da sfrosc”.
L’arma principale per questi uomini, ma anche per tante donne, a quei tempi erano gli scarponi. Scarponi sempre con la punta quadrata per meglio incidere col piede secche morene o ghiacciai e nevai, suola sempre ben tenuta e tomaia ingrassata per bene, in modo da poter “mordere” in sicurezza salite e discese. Spesso la suola veniva cambiata personalmente, dopo averla acquistata dal ciabattino del paese, usando spago e sementine (piccoli chiodi);altrimenti si lasciavano dal “maestro” che in un attimo cambiava i pezzi logori o confezionava gli scarponi nuovi.
Un’altro particolare importante erano le stringhe rigorosamente in cuoio; per evitare che si slacciassero creando problemi, le asole venivano imprigionate da un cinturino passante che si agganciava dalla parte opposta con una piccola fibbia.
Una curiosità: qualcuno attaccava una suola provvisoria al contrario per ingannare le guardie così sembrava che salisse e invece scendeva. Quando c’era la fame ti ingegnavi e diventavi molto furbo!
Molti spalloni perciò utilizzavano parte o l’intero ricavato di uno o più viaggi per potersi comperare un paio di scarponi.
Contadino fin dalla nascita e di antica casata crodese, può essere degna testimonianza delle condivise fatiche dei montanari, al di qua e al di là dei confini nazionali, quando gli stenti e le privazioni quotidiane non limitavano il buon umore e la capacità di aiutarsi l’un l’altro permetteva il superamento dei momenti più difficili.
Sentieri
Guide
Partecipanti
Contenta di aver contribuito durante il mio mandato - come Sindaca di Montecrestese e Assessora dell'Unione Alta Ossola - a far nascere, crescere e promuovere questi appuntamenti, che valorizzano le nostre Terre Alte ed, unendo territori lontani e diversi, favoriscono lo scambio di esperienze e pratiche utili alla crescita comune. Lunga vita!
Silvia Miguidi
Una compagnia davvero festosa e gentilissima Grazie a voi
Paolo Tomamichel
Grazie per avermi fatto scoprire angoli dell'Ossola mai visti! Grazie per avermi fatto passare due giorni di pura allegria e gioia!!!
Sara Bertoli